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Gli uomini nascosti, il romanzo di Vincenzo Cundari

Gli uomini nascosti libro di Vincenzo Cundari

Dalla certosa di Serra di San Bruno, mentre i monaci al rintocco della campana lasciano le loro umili celle per recarsi in chiesa per l’ufficio del mattino, un uomo, approfittando del rassicurante buio della notte, lascia per sempre la quiete di quell’eremo religioso per rientrare in un mondo vorticoso e inquietante.

Così ha inizio “Gli uomini nascosti”, il bel romanzo di Vincenzo Cundari edito da Paesiedizioni.

Una trama che attraversa la storia

Nel centenario della Marcia su Roma i libri sul fascismo tra riedizioni e novità non mancano di certo. In questo florilegio di vecchie e nuove opere, una doverosa menzione merita il bel romanzo di Vincenzo Cundari dal titolo “Gli uomini nascosti”.

Edito da Paesiedizioni, da sempre attenta anche ai romanzi storici, suo l’avvincente “Bi. Erre. I fondatori” di Gianremo Armeni, “Gli uomini nascosti” narra le vicende del tenente Francesco Antelmi, ex agente dell’Ovra, la famigerata polizia segreta fascista.

La guerra è da poco terminata, il fascismo, al pari del nazismo, è stato sconfitto ma, come cenere mai del tutto spenta, continua ad ardere, in attesa della scintilla che lo ravvivi del tutto.

Vincenzo Cundari, fisico di formazione, già ufficiale dell’Aeronautica Militare, nonché rappresentante permanente per l’Italia presso l’Organizzazione Meteorologica Mondiale delle Nazioni Unite, con il suo nuovo romanzo, ci porta nel 1946, nell’annus novus della Repubblica Italiana, nata dalle macerie del Regno dei Savoia e del regime fascista.

Dall’eremo calabrese di San Bruno, in una notte di primavera del 1946, illuminata dal «chiarore di una livida luna quasi piena, fra sperduti boschi di abeti e di faggi» prende vita una trama avvincente scandita da una caccia all’uomo ma anche da un racconto che si dipana all’indomani del 25 luglio 1943, quando il regime fascista, dopo il voto sull’ordine Grandi e l’arresto successivo di Mussolini, di fatto, implode.

Vincenzo Cundari conduce il lettore nei meandri di una spy story perfettamente ambientata in una delle vicende più drammatiche del nostro Paese; un racconto che prende inizio dalla Calabria, dalla cittadina di Paola, dove Francesco Antelmi, scampato dalla morte per mano di un gruppo di ex SS che gli dà la caccia, racconta al fratello Alfredo la sua storia, una vicenda che ha dell’incredibile, scandita da colpi di scene e sconvolgenti pezzi di storia, ai più sconosciuti che hanno, tra l’altro, i profili della pianura pontina, a poche decine di chilometri da Roma e quelli di un ameno lago austriaco, le cui profonde acque celano un prezioso mistero.

Da Roma a Berlino, le avventure del capitano Antelmi

Intabarrato in un abito, indossato rapidamente al posto dell’azzimata ma ormai poco opportuna uniforme della milizia fascista, Francesco Antelmi lascia la Calabria per rientrare nella capitale che, però, all’indomani del 25 luglio 1943, ritrova del tutto differente, come se fossero trascorsi mille anni e non una manciata di giorni.

«Non un uomo della milizia in giro. Nessun segno di vita del regime. All’orgoglio della città eterna, considerata inviolabile dal cielo, si era sostituita l’onta delle masserizie accatastate in un angolo della piazza, miseri beni salvati dalle bombe cadute come neve sul vicino quartiere di San Lorenzo subito dopo la sua partenza.»

E in quella Roma ferita, umiliata, impaurita da giganti di ferro che vomitano bombe che Antelmi, perso, smarrito, costretto a fare i conti con i suoi ideali, con quel fascismo che pensava diverso e che ora, in una città sempre più terra di nessuno, mostra il suo volto più feroce, più convintamente egoista, si trova al cospetto con l’omicidio di un collega.

E proprio le singolari circostanza di quella morte convincono Antelmi a indagare, a cercare di comprendere il perché quel suo collega, apparentemente mite, possa essere stato ucciso.

E dall’indagine emerge qualcosa di sorprendente, dai risvolti incredibilmente sorprendenti, un filo sottile e macchiato di sangue che conduce a un oscuro e disumano disegno concepito dai nazisti che vogliono rendere la via della liberazione del suolo italico da parte alleata, pur se difficile, possibile. Un progetto al cui centro si trova una comunissima ma potenzialmente esiziale zanzara.

Dalla Città eterna, destinata in quel lembo di fine luglio a vivere un presente sempre più incerto, a Berlino, il passo è breve, aggiungendo sale a una trama sempre più avvincente, sempre più storicamente suggestiva.

Ed è nelle nebbie dell’aeroporto di Tempelhof, «teatro, tempo addietro, delle grandiose parate del Terzo Reich» che “Gli uomini nascosti” di Vincenzo Cundari spicca definitivamente il volo, regalando emozioni ma anche pagine importanti legate alla storia del secondo conflitto mondiale, un tempo di guerra dove, come ricorda l’autore citando all’inizio una celebre frase di Cicerone, le leggi, purtroppo, drammaticamente tacciono.

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