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Madame de Pompadour, la quasi regina di Francia

Madame de Pompadour e Luigi XV

Madame de Pompadour, al secolo Jeanne-Antoinette Poisson, è passata alla storia come la favorita di re Luigi XV, l’ultimo sovrano capace di incarnare, davvero, la “grandeur” francese.

Fu molto più dell’amante prediletta, rappresentò una donna potentissima, temuta e invidiata. Contribuì a scrivere uno degli ultimi capitoli della plurisecolare storia della monarchia francese.

Questo è il racconto di Madame Pompadour, la quasi regina di Francia.

Un’educazione da aristocratica nel segno del destino

Jeanne-Antoinette Poisson nasce il 29 dicembre 1721 a Parigi. Il padre è Francois Poisson, importante finanziere, uomo ricco e influente, prima di cadere in disgrazia per una condanna per frode ai danni dell’amministrazione pubblica che lo costringe a riparare per un periodo in Germania.

La madre, invece, è Luise Madeleine de La Motte, donna bellissima che approfittando delle ripetute assenze del marito, intrattiene più di una frequentazione con importanti uomini francesi.

Charles-François-Paul Le Normant de Tournehem, forse il padre biologico di Madame Pompadour
Charles-François-Paul Le Normant de Tournehem (Pubblico dominio/Wikipedia)

Tra questi Charles-François-Paul Le Normant de Tournehem, politico di fama, ma soprattutto generale delle imposte, carica che lo rende uno degli uomini più potenti, ammirati e temuti di Francia.

La relazione fra lui e Madame de La Motte è un segreto di Pulcinella nella Parigi di inizio Settecento, tanto che in molti ritengono de Tournehem il padre biologico della futura Madame de Pompadour.

Nonostante una famiglia non proprio convenzionale, la piccola Jeanne-Antoinette riceve un’educazione degna delle migliori famiglie aristocratiche francesi.

La madre è orgogliosa di lei, esibendola come un ambito trofeo. Per lei quella ragazza è “un boccone da re” e Madama de La Motte non si sbaglierà.
Alle aspettative di quella madre ambiziosa si aggiunge il vaticinio di una nota fattucchiera parigina: Madame Lebone.

Indovina molto ascoltata, la donna alla piccola Jeanne-Antoinette predice un futuro più che mai roseo. Dopo averla guardata negli occhi, semplicemente esclama: «diventerai quasi una regina».

Da quel giorno la bimba diventa per tutti Reinette, la piccola regina, un nomignolo affettuoso, foriero di stupefacenti novità. La ragazza studia canto, musica, suona superbamente il clavicembalo e dimostra, sotto l’attenta guida del drammaturgo Crebillon, un talento innato per la recitazione, una dote che opportunamente alimentata le tornerà ben presto molto utile.

Insomma, Jeanne-Antoinette diviene una preda ambita e su di lei, inevitabilmente, si concentrano gli sguardi concupiscenti degli scapoli d’oro di Parigi. Il matrimonio è  inevitabile e arriverà presto.

Le nozze e l’incontro con Luigi XV

Il 9 marzo 1741 Jeanne-Antoinette Poisson sposa Charles-Guillaume Lenormant, nipote del più noto Charles-François-Paul Le Normant de Tournehem.

Charles le Normant du Coudray, ritratto di Jean-Baptiste Perronneau (Pubblico dominio/Wikipedia)
Charles le Normant du Coudray, ritratto da Jean-Baptiste Perronneau (Pubblico dominio/Wikipedia)

Probabilmente non si tratta di un matrimonio d’amore ma non importa a nessuno dei due coniugi che ricevono da quelle nozze incommensurabili vantaggi.

Reinette, da perfetta padrona di casa, riceve nel salotto della sua fastosa dimora il meglio della società parigina;  da Fontenelle a Montesquieu, passando per Marivaux e, persino, il grande Voltaire.

Oltre alla sua indubbia bellezza a colpire è anche l’intelligenza e la sua capacità di recitare, una dote con cui la giovane sposina incanta i suoi illustri ospiti.

Ma le mire di Reinette vanno oltre letterati e filosofi che frequentano la sua casa. Sa che a poca distanza si trova la foresta di Sénart, una delle riserve di caccia del re di Francia Luigi XV; un’occasione troppo ghiotta per una donna a cui è stato predestinato un futuro da quasi regina.

Come ha scritto la storica Benedetta Craveri, non si sa come esattamente Reinette riesca a conoscere il re. Di certo dopo quella prima volta, quello che è uno degli uomini più potenti al mondo, si invaghisce di quella giovane sposa, agognando di rivederla.

Madame de Pompadour: una borghese alla corte di Francia

Dopo quel fugace incontro nella foresta di Sénart, Reinette si convince di aver fatto breccia nel sovrano ma le occorre una nuova occasione che assumerà i contorni di un ballo in maschera.

Parigi, l’Hotel de la Ville, 25 febbraio 1745. Nell’immenso palazzo parigino si tiene uno dei tanti balli per festeggiare le nozze, avvenute due giorni prima, fra il Delfino di Francia e l’Infanta Maria Teresa Raffaella, figlia di Filippo V di Spagna.

La sala da ballo dell’Hotel de la Ville brulica di gente, tutti rigorosamente in maschera; il clima è disteso, modaiolo, Luigi XV, travestito da tasso, nota una giovane ragazza, bellissima nel suo costume da Diana cacciatrice.

I due iniziano a ballare, scambiandosi sguardi rapidi e lascivi. Ma se l’augusto cavaliere ignora chi si celi sotto le fattezze della divinità greca, Jeanne-Antoinette, al contrario, sa bene chi ha di fronte, ed è la chance che anelava.

Ballo in maschera per le nozze del Delfino, Charles-Nicolas Cochin
Ballo in maschera per le nozze del Delfino, Charles-Nicolas Cochin
(Pubblico dominio/Wikipedia)

Quando le maschere cadono, mostrando i relativi volti, la temerarietà del re si fa evidente, financo sfacciata, forte del suo indubbio fascino e del ruolo che riveste. Ma Reinette resiste, rimandando al mittente quelle prime, audaci avances; non ha, infatti, nessuna intenzione di essere una delle tante prede cadute nelle maglie della rete reale, opportunamente dispiegata.

Come lo storico Gian Luca D’Errico sulla decisione di Reinette:

«lei non poteva essere considerata un’avventura sbrigativa o una sprovveduta donna della borghesia disposta a tutto pur di assecondarlo. Moglie di un intendente generale, Reinette vuole cucinare sapientemente la trama del gioco per legare il cuore del re ed essere trattata come una sovrana.»

Non si tratta di una prova semplice, pur bella e intelligente Jeanne-Antoinette è comunque una ragazza della borghesia e a corte le favorite del re sono sempre state delle nobildonne, come Madame de Châteauroux, figlia di Louis III de Mailly-Nesle, marchese di Nesle e di Mailly, la più celebre delle amanti reali.

Ma la fortuna arride a Reinette perché Madame de Châteauroux è morta qualche anno prima, stroncata da una violenta polmonite. A corte quel vuoto si nota e sono in molte a volerlo colmare.

Dopo quel primo ballo di fine febbraio le frequentazioni tra il re e Reinette si intensificano, alimentando i pettegolezzi di corte.

La futura Madame de Pompadour è ormai un volto familiare a Versailles, specie dopo aver fatto la conoscenza ufficiale della regina Maria e del Delfino di Francia.

Madame de Pompadour: da amante a consigliera fedele

Reinette, ora che ha fatto il suo ingresso nella sfavillante Versailles, non è più la figlia della chiacchierata Luise Madeleine de La Motte, ma la donna più invidiata a corte.

Affrancatasi da quel pesante passato e dal marito, da cui si separa ufficialmente l’11 luglio 1745, l’ex bambina è ormai una donna, anzi, di più, è la marchesa di Pompadour, titolo ottenuto dopo l’oneroso acquisto del castello di Arnac-Pompadour.

E della nuova marchesa il re non può più fare a meno. Le chiede consiglio su diverse questioni e vuole che lo segua praticamente ovunque. Non un’ombra, dunque, ma una presenza ben in vista anche se ciò scatena inevitabili gelosie in una corte poco incline ad accettare quella “borghese” presenza.

Madame de Pompadour, ritratto di François Boucher (Pubblico dominio/Wikipedia)
Madame de Pompadour, ritratta dai François Boucher (Pubblico dominio/Wikipedia)

La definitiva affermazione di Reinette avviene in occasione del nuovo matrimonio del Delfino di Francia, dopo la morte prematura di Maria Teresa Raffaella, con la figlia del re di Polonia, Augusto III.

Quelle nozze, inutilmente avversate dalla regina Maria, (per la sovrana è inaccettabile che la figlia di chi ha usurpato il trono del padre possa diventare sua nuora) vedono Reinette nel ruolo di perfetta padrona di casa. È lei a organizzare tutto, persino i particolari apparentemente marginali. Il successo dello sposalizio è assoluto, riconosciuto anche dai suoi proverbiali nemici.

Luigi XV, ritratto da Maurice Quentin de La Tour (Pubblico dominio/Wikipedia)
Luigi XV, ritratto da Maurice Quentin de La Tour (Pubblico dominio/Wikipedia)

Anche quando la passione fra lei e il sovrano fatalmente si spegne, Jeanne-Antoinette rimane un indispensabile approdo per Luigi XV; troppo importante il ruolo che lei ha acquisito, assolutamente necessari i suoi preziosi consigli, come in occasione della Guerra dei Sette anni.

Durante quel conflitto che imperversa in Europa dal 1756 al 1763, Madame Pompadour è protagonista inattesa della scena politica, ascoltata non solo da Luigi XV ma anche dall’imperatrice Maria Teresa, alleata principale della Francia in quel conflitto.

Ecco come ancora lo storico D’Errico descrive il rapporto  tra Madame Pompadour e la madre di Maria Antonietta:

«Maria Teresa d’Austria aveva trovato in Madame Pompadour un’interlocutrice di fiducia; Luigi ne era ben consapevole. Ma come era riuscita Reinette a diventare amica di fiducia per l’imperatrice? Lo fece per amore del re e della Francia, un amore che si fuse, ma lo fece con la morte nel cuore.»

L’uscita di scena di Madame de Pompadour

L’impegno profuso nel corso della Guerra dei Sette anni, pur assoluto mette, tuttavia, in evidenza l’inadeguatezza della Pompadour per un ruolo, quello di consigliera, che nonostante tutto, non le si attaglia.

Questo, nel merito, il giudizio della storica Benedetta Craveri:

«La marchesa era intelligente, e degli intrighi di corte, come delle strategie dei diversi gruppi di potere a Versailles, conosceva ogni segreto, ma non aveva alcuna preparazione politica ed era sprovvista di quella visione d’insieme indispensabile per fronteggiare la difficile situazione in cui la guerra dei Sette Anni stava precipitando la Francia.»

L’esito della guerra dei Setti Anni per la Francia è un disastro, non solo dal punto di vista territoriale, perde buona parte dei suoi possedimenti coloniali ma anche da quello economico, producendo un dissesto finanziario che avrà un peso, non indifferente, sul futuro del Paese.

Quel tragico conflitto rappresenta anche l’ultima recita di Reinette, la cui salute è sempre più minata. Da diversi anni non sta più bene, nel corpo e, soprattutto, nell’anima.

Fatale, in tal senso, è la morte improvvisa, per peritonite, dell’amata figlia Alexandrine, di soli 9 anni, il 15 giugno 1754. Una tragedia di cui non riesce a farsi una ragione.

Dal giorno della morte della Fanfan, come chiamano affettuosamente Alexandrine, Jeanne-Antoinette Poisson muore ella stessa, se pur in modo lento ma inesorabile.

Invecchiata precocemente Reinette attende solo la definitiva uscita di scena, ormai sempre più invocata.

Versailles, 15 aprile 1764. Madame Pompadour, da giorni è costretta a letto per una grave forma di congestione polmonare, improvvisamente si aggrava. L’archiatra di corte la visita ma non lascia alcuna speranza. Bisogna solo attendere, non si può fare più altro.

L’ultimo giorno della sua vita Madame Pompadour lo trascorre nella reggia di Versailles, un privilegio che le ha concesso direttamente Luigi XV, un fatto che ha creato più di un commento a corte, specie fra gli inesauribili avversari della Poisson.
Madame Pompadour muore a causa di un edema polmonare il 15 aprile 1764, all’età di 42 anni.

Di lei Voltaire, dopo averla conosciuta, prima ancora che divenisse la favorita del re, disse:

«La ragazza era ben educata, saggia, amabile, piena di grazia e di talento, nata con del buon senso e del buon cuore. Io la conoscevo bene; fui anche confidente dei suoi amori. Mi confessò di aver sempre avuto il segreto presentimento che sarebbe stata amata dal re e che, senza rendersene conto, si era sentita crescere dentro una violenta passione per lui.»

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