Miti e Storie dimenticate

Cesarione, colui che fu per un fugace attimo il Re dei Re

Tolomeo Cesare, meglio noto come Cesarione, fu l’unico figlio maschio di Caio Giulio Cesare, nato dalla relazione con la leggendaria Cleopatra. Avrebbe potuto ereditare un impero vastissimo e, invece, fu ben presto obliato dalla storia.

L’incontro fra Cesare e Cleopatra

«A quanto si dice, la sua bellezza non era in sé e per sé assolutamente senza confronto, né del tipo capace di colpire al primo sguardo. La sua conversazione era però affascinante e il suo aspetto fisico, unito ad una parola seducente e a modi da cui traspariva un’educazione raffinata, lasciava una profonda impressione.»

Così lo storico Plutarco descrive Cleopatra, la donna che nel 51 a.C., era succeduta con il fratello Tolomeo XIII, sul trono d’Egitto, a seguito della morte del padre, Tolomeo XII.

Cleopatra, John William Waterhouse (1888)

Cleopatra è temeraria e poco propensa a dividere il regno egiziano con il fratello, con il quale non corre buon sangue e che lei non vorrebbe sposare, venendo meno alla tradizione egiziana dei matrimoni endogamici.  

Quando viene a conoscenza che ad Alessandria d’Egitto è giunto Cesare, Cleopatra fa di tutto per incontrarlo, ben conscia che quell’uomo potrebbe trasformare la sua ambizione in realtà.

Il racconto di come Cleopatra incontra Cesare affonda le radici nel mito, con sfumature che la letteratura ha reso immortali.

Lei ha ventuno anni, è bella, intelligente, scaltra, affascinante e soprattutto molto ambiziosa. A seguito dei contrasti con il fratello Tolomeo XIII, ben presto sfociati in un vero e proprio conflitto, Cleopatra è stata costretta a riparare in Siria da dove, però, prepara il grande ritorno.

Cesare, più grande di trentun’anni, dopo la vittoria battaglia di Farsalo e la morte di Pompeo, è diventato l’uomo più forte di Roma. Vuole incontrare Cleopatra per cercare di ricomporre la rottura fra lei e il fratello Tolomeo e restaurare, così, la co-reggenza, una soluzione politicamente ideale per le ambizioni espansionistiche romane. 

Cesare e Cleopatra, Scuola Italiana del XVIII secolo

Ma la regina, a corte, non è ben accetta, anzi se vista rischia l’arresto ma è un pericolo che vuole correre, ben conscia che da quel possibile incontro possa dipendere molto del suo futuro.

Serve un’astuzia, un travestimento, qualcosa che permetta a Cleopatra di entrare nel palazzo senza essere vista. Si fa, allora, avvolgere dentro un tappeto che srotola al cospetto di Cesare che rimane letteralmente desiato.

I due iniziano una relazione fatta di piacere ma anche di interesse reciproco; quello di Cesare di rinsaldare i fondamentali rapporti tra Roma e l’Egitto e quello di Cleopatra di consolidare la sua dinastia attraverso un figlio che vuole, però, avere a tutti costi da Cesare.

E quel figlio arriva.        

La nascita di Tolomeo Cesare e i suoi primi anni romani

Il 23 giugno del 47 a.C., come riporta un’epigrafe egiziana oggi conservata al Louvre, nasce l’atteso erede. Cleopatra, nel frattempo divenuta regina d’Egitto, (Tolomeo XIII è infatti annegato nel corso della battaglia del Nilo, l’ultimo capitolo della sanguinosa “guerra alessandrina”) ha deciso di chiamare il bambino Tolomeo Cesare, un duplice nome con cui sottolineare l’importante discendenza di colui che in un prossimo futuro sarà l’uomo più potente del mondo.

Cesarione (fonte: Wikipedia)

A corte, tuttavia, quella nascita crea più di qualche perplessità, che rasenta vere e proprie forme di ostilità. Ecco come nella sua biografia su Cleopatra lo storico Joachim Brambach descrive la reazione alla nascita del figlio di Cleopatra:

«Gli alessandrini gli affibbiarono il nomignolo di “Cesarione”, il piccolo Cesare, ma non si trattava certamente di un vezzeggiativo affettuoso. Agli occhi dei sudditi greci e macedoni appariva come uno scandalo palese il fatto che la loro regina avesse chiamato suo figlio con i nomi di Cesare e di suo padre. Cesarione era stato pur sempre generato quando ancora viveva il fratello e sposo di Cleopatra Tolomeo XIII e questo avrebbe potuto offrire il destro per salvare quantomeno le apparenze se non avesse voluto designare ufficialmente il bambino come un bastardo, frutto della sua unione adulterina con l’odiatissimo generale romano, il quale era inoltre responsabile della morte di suo fratello.»

Cleopatra, in virtù del clima poco favorevole riservato a lei e al bimbo, anche su consiglio di Cesare, decide nel 46 a.C. di lasciare Alessandria e di trasferirsi a Roma. Ma si tratta di una decisione avventata anche perché Cleopatra non è la sola a essere sposata, nel frattempo, infatti, si era sposata con l’altro fratello, Tolomeo XIV. Lo è anche Cesare che anni addietro si è coniugato con Calpurnia, la figlia del potente senatore Lucio Calpurnio Pisone, un matrimonio politico, strategico per le ambizioni di Cesare.

Così lo storico Oscar von Wertheimer sulla scelta di Cesare di far vivere Cleopatra a Roma:

«La presenza della regina egiziana non giovò né a Cesarione né a Cesare, il quale agì addirittura contro i propri interessi facendo venire a Roma Cleopatra, poiché significò dare uno schiaffo all’opinione pubblica, sebbene l’avesse alloggiata, per smorzare lo sdegno della gente fuori del pomerio, nelle sue proprietà sull’altra riva del Tevere.»

Cleopatra con il figlio e Tolomeo XIV vanno a vivere in una villa di Cesare sul Gianicolo. Si tratta di un luogo distante dal cuore pulsante di Roma ma non al punto da silenziare lo scandalo che quella presenza genera fra i romani, irretiti dagli onori che Cesare concede alla regina egiziana annoverata, come ricorda Cassio Dione, addirittura, tra gli amici e alleati del popolo romano. 

Ma se da una parte il popolo romano non ama Cleopatra, dall’altra non può non rimanere impassibile al fascino che quella donna emana e che, inevitabilmente, lascia dietro di sé un’evidente traccia. 

Cesare, un padre troppo assente 

Il piccolo Cesarione cresce in salute, ancora incapace di avvertire l’ostilità che gli riserva il popolo romano. Su di lui gravita lo stigma del predestinato, di colui che potrà in un futuro non tanto lontano diventare l’uomo più potente del mondo.

Nella villa alle pendici del Gianicolo, tuttavia, la presenza di Cesare è pressoché inesistente. Il vincitore di mille battaglie non ha tempo e forse neppure molta voglia di dedicare attenzioni a quello che è il suo unico figlio, visto che da nessuno dei tre matrimoni contratti è arrivato l’atteso erede ma solo una bimba, l’adorata Giulia. 

Cleopatra and Caesar, Jean-Léon Gérôme (1866)

Il comportamento di Cesare porta più di qualcuno a ritenere che quel bimbo non sia il suo ma di Gaio Oppio, uno dei suoi segretari di Cesare. Ma si tratta di una perfida illazione che regge poco anche per la sorprendente somiglianza fra l’ultimo dictatur della repubblica romana e il piccolo figlio di Cleopatra.

La questione dei dubbi sulla paternità tornerà in auge e con forza con l’ascesa di Ottaviano che in qualità di figlio adottivo di Cesare ha tutto l’interesse a mettere in dubbio l’esistenza di un discendente del grande generale che rappresenta un pericolo, una minaccia politica per il giovane, ambizioso Ottaviano.   

La regina egiziana in cuor suo soffre per la scarsa presenza di Cesare ma è il prezzo che deve pagare per una relazione con un uomo potentissimo e decisamente poco fedele, convinta che sarà il tempo a darle ragione e quando accadrà suo figlio erediterà un impero sconfinato.

La parabola di un predestinato

Ma il 15 marzo del 44 a.C. accade l’inimmaginabile. Caio Giulio Cesare cade vittima di una congiura, ordita da quelli che dovrebbero essergli fedeli ma che da ormai troppo tempo lo vedono come la più seria minaccia per l’integrità della Repubblica. 

La morte di Cesare, Vincenzo Camuccini (1805), Museo di Capodimonte, Napoli

Cleopatra non lascia subito Roma. Vuole prima venire a conoscenza del testamento di Cesare e sapere se ci sia spazio per quel figlio illegittimo, magari attraverso quel riconoscimento ufficiale fino ad ora totalmente negato dal padre naturale.

Ma la lettura pubblica del testamento frustra le deboli speranze di Cleopatra, fendendo un colpo ferale alle sue granitiche ambizioni. Nelle disposizioni di Cesare, rese pubbliche il 18 marzo, tre giorni dopo l’assassinio, di quel figlio illegittimo non c’è traccia. L’unico a beneficiare è Ottaviano, pronipote di Cesare, di fatto l’erede designato.

Così lo storico Joachim Brambach:

«Dopo l’apertura del testamento, la posizione della regina egiziana a Roma si era fatta insostenibile. I nemici di Cesare la odiavano più dell’ucciso, ma anche tra le personalità di maggiore spicco del campo cesariano, come Marco Antonio, Lepido e Dolabella, non c’era nessuno che pensasse di mettere a repentaglio le proprie chances di vittoria nella lotta di successione a Cesare prendendo partito a favore della regina; piuttosto Cleopatra doveva temere di cadere a propria volta vittima dei cesaricidi.» 

I sogni di Cleopatra di riunire nell’unica persona del figlio un territorio sconfinato, sono ormai naufragati. Nel mese di aprile, sicuramente dopo il 15, l’ex concubina di Cesare lascia definitivamente Roma, in coincidenza con l’arrivo in città del giovane Ottaviano, una partenza che allieta molti, a partire da Cicerone che in una lettera all’amico Attico scrive: «Il fatto che la regina sia fuggita non può che farmi piacere.»

A bordo di una nave Cleopatra, con il figlio al seguito, salpa alla volta di Alessandria d’Egitto, salutando per sempre Roma, una città che non l’ha mai davvero amata. Ma queste emozioni sono ormai amari frammenti di un passato da dimenticare, ora l’aspetta un presente difficile e un futuro ancora tutto da scrivere.

Poche settimane dopo il rientro in Egitto, Tolomeo XIV, il marito-fratello di Cleopatra, formalmente re d’Egitto, anche se il potere è da sempre nelle mani dell’ambiziosa regina, muore in circostanze mai del tutto chiarite.

Il 2 settembre di quell’anno fatale, Cesarione, a soli tre anni, diventa Tolomeo XV, sovrano d’Egitto, seppur sotto la rassicurante co-reggenza della madre. Se in passato quel figlio aveva scatenato la dura reazione dei dignitari di corte, ora, probabilmente anche grazie all’eliminazione fisica di molti degli avversari, la presenza di Cesarione sul trono è un fatto acclarato.

Cleopatra e Cesarione, Tempio di Hathor, Dendera, Egitto

Ma la corona egiziana non è sufficiente, il disegno dinastico di Cleopatra prevede molto di più del regno africano e guarda ancora verso Roma. La co-reggenza di Cesarione è un palese atto di sfida verso i cesaricidi, proprio nel mentre impazza la guerra civile ed è inevitabile che Cleopatra si schieri contro di questi, ben consapevole che una loro sconfitta possa proiettare suo figlio nell’agone politico.

A sottolineare come Cesarione sia non solo suo figlio ma anche e soprattutto il figlio di Cesare, Cleopatra gli impone gli epiteti di Filometore, colui che vuole bene alla madre, e principalmente di Filopatore, letteralmente colui che vuole bene al padre.

L’incontro con Marco Antonio, il generale romano in lotta contro quell’Ottaviano erede non solo materiale ma anche politico di Cesare, muta nuovamente gli eventi.

Fra lui e Cleopatra nasce una relazione che come in passato con Cesare, non è solamente amorosa ma anche e soprattutto politica.  

L’incontro di Antonio e Cleopatra, Lawrence Alma-Tadema (1885)

Nell’autunno del 34 Cesarione eredita, al pari dei fratellastri Alessandro Elio, Cleopatra Selene e Tolomeo Filadelfo, tutti nati dalla relazione fra Cleopatra e Marco Antonio, in virtù delle cosiddette Donazioni d’Alessandria, i domini di Roma in Oriente.

Cesarione viene proclamato Re dei Re, un titolo non solo politico ma anche dalla forte valenza religiosa.

Ma quelle donazioni scatenano la reazione di Roma e di Ottaviano e la guerra diviene inevitabile anche perché già da un anno il mondo è di fatto diviso tra i sostenitori di Ottaviano e quelli di Antonio, visto che Lepido, il terzo triunviro, oramai era uscito di scena dopo una rivolta avvenuta in Sicilia. 

La sconfitta di Antonio e Cleopatra e la morte di Cesarione 

Il 2 settembre del 31 a.C. nella baia di Azio, la flotta di Ottaviano ha la meglio su quella di Marco Antonio e di Cleopatra, ai quali non rimane altro che la morte, visto che ogni sogno imperialista è definitivamente tramontato nelle cristalline acque greche. 

In verità Cleopatra, tornata ad Alessandria, non perde del tutto la speranza. Concepisce il disegno di lasciare l’Egitto e di riparare in India, dove provare a costruire un nuovo regno. Ma il suo progetto, il suo ritrovato ottimismo non scuote Antonio, sempre più rassegnato a una sorte inevitabile.

Cleopatra, pochi giorni dopo il suicidio del compagno, si uccide in un modo che sarà leggenda. 

Morte di Cleopatra, Jean André Rixens (1874), Musée des Augustins

Cesarione, il Re dei Re, colui nelle cui mani si sarebbe dovuto riunire un potere immenso, sconvolto dalla morte della madre, lascia precipitosamente l’Egitto. Ma quando si trova in Etiopia o forse addirittura in India, viene raggiunto da alcuni emissari di Ottaviano che gli comunicano che è il nuovo re d’Egitto. 

Ma è un’astuta trappola. Sulla via del ritorno verso Alessandria d’Egitto, Cesarione viene ucciso da alcuni sicari per mano di quello stesso Ottaviano che, su suggerimento probabilmente di Ario Didimo, il precettore del futuro Augusto, aveva ordito l’infido inganno. 

Con la tragica fine di Cleopatra e con l’assassinio di Cesarione termina la trisecolare dinastia dei Tolomei sull’Egitto che, per espressa volontà di Ottaviano, ormai divenuto Augusto, diviene un dominio personale su cui neppure il Senato può vantare diritti.

Se la memoria di Cleopatra sarà per sempre eternata dalla storia, dalla letteratura e, in ultimo, dal cinema, su Cesarione scese implacabile l’oblio, trasformando il Re dei Re in accessorio della storia.

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